Sarà bastata oltre una settimana per riprenderci dallo shock della rimonta della Cremonese? Direi di no. Da quella batosta che ci ha fatto rivedere vecchi fantasmi non è facile rialzarsi anche se il Palermo è per forza di cose chiamato a farlo, almeno per onorare gli ultimi passi di questo campionato e poi, come dicono a Manchester, come veni si cunta.
In questo momento, il Palermo ha bisogno di aggrapparsi a dei leader, visto che, diciamoci la verità, non sarà facile per mister Dionisi diventare un punto di riferimento sapendo che la società non l’ha esonerato solo perché sul mercato non ha trovato di meglio. E quindi quali sono i pilastri che sono rimasti? Ce li suggerisce alcuni proprio l’ultima partita contro la Cremonese. Uno è Claudio Gomes, giocatore che si ha avuto il coraggio di lasciare fuori dai titolari svariate volte, e l’altro è Matteo Brunori, di nuovo in gol ed a meno nove dal diventare il goleador più prolifico della storia rosanero.
Un legame indissolubile che si andrà a consolidare, scusate se uso questo verbo, con un rinnovo del contratto ormai imminente. Al di là dell’affetto che si può provare per l’italo-brasiliano, questo prolungamento ha anche un valore strategico in vista dell’anno successivo. Matteo, infatti, restando in Sicilia, potrà beneficiare dello status di “bandiera”, essendo arrivato a disputare consecutivamente quattro stagioni con questa maglia, unico nel club attualmente insieme ad Alessio Buttaro, che però nelle liste della Serie B non ha mai “pesato” vista la sua giovane età.
“Aspetta, non lo è anche Sirigu?” La risposta è no, purtroppo, poiché la Lega non riconosce la continuità tra la vecchia proprietà (U.S. Città di Palermo) e quella attuale.
Insomma, avere il proprio leader tecnico nuovamente a disposizione è già un vantaggio, se poi ti alleggerisce la lista over, tanto di cappello.